lunedì 21 gennaio 2013

"Decidi!" Il libro sulle decisioni di Karen Okulicz


"Indovina che cosa succede una volta che hai preso una decisione e ti sei incamminato in una nuova direzione? Vi saranno altre decisioni e situazioni che dovrai affrontare. Ma avendo deciso una volta, tutte le altre decisioni saranno prese con più tranquillità e maggiore sicurezza.
 Sei tu a decidere!"

"Chiedi una vita migliore, un lavoro migliore, delle relazioni migliori. Magari, guardando gli altri, ti sembra che abbiano tutto. Scommetto che la metà di ciò che possiedono l'hanno chiesta"


La signora Okulicz è diventata autrice di libri motivazionali dopo essere rimasta disoccupata per due volte in tre anni, una volta per più di 11 mesi (essendo io arrivata al mio 11° mese di disoccupazione, avverto una certa affinità). Avendo molti amici nella stessa situazione, ha iniziato a guardare la ricerca di lavoro secondo un'altra ottica, e da lì è nato il suo primo opuscolo ("Try! A Survival Guide to Unemployment", pubblicato in Italia da Armenia con il titolo di "Chi cerca trova"), che si è autopubblicata e che ha distribuito in autonomia. Il suo libretto ha avuto un ottimo riscontro, e viene ora usato da agenzie di collocamento e altri organismi simili, e l'autrice oltre a tenere seminari in tutti gli USA, ha condotto un programma radiofonico chiamato Workline.

Con questa seconda pubblicazione, dal titolo "Decidi! Impara a prendere le decisioni migliori per il tuo futuro", Karen Okulicz si concentra sul prendere decisioni, una cosa che potrebbe sembrare semplice ma in realtà non lo è quasi mai, soprattutto per quanto riguarda le cose importanti. Nel suo volumetto (113 pagine che però, dato il formato ristretto di stampa e le pagine vuote o con illustrazioni, sono più probabilmente una trentina), stila alcuni consigli per schiarirsi le idee e prendere delle decisioni, qualsiasi tipo di decisione, da quelle più banali (ex: non mi parte la macchina, che faccio?) a quelle più importanti (troncare una relazione poco sana).

Il libro è una lettura piacevole, anche se è un po' troppo sintetico per i miei gusti (soprattutto rispetto al prezzo di vendita, che trovo un po' alto). Lo ritengo comunque valido sia come possibile introduzione all'argomento (che può essere poi approfondito leggendo i libri di Tony Robbins, ad esempio), sia come vademecum da consultare rapidamente quando ci troviamo sprofondati nelle sabbie mobili del dubbio, in quelle situazioni in cui siamo così impantanati in una marea di pensieri che non andiamo da nessuna parte. 

Vediamo di cosa parla il libro (naturalmente mi limito ad un veloce riassunto dei temi trattati nel libro, con i miei commenti personali. Raccomando di leggere il libro vero e proprio per approfondire e chiarire meglio i punti e farsi una personale opinione)




Il primo consiglio che fornisce l'autrice è quello di schiarirsi la mente attraverso una sana dose di attività fisica (qualsiasi attività, possibilmente all'aperto: correre, camminare, fare giardinaggio, etc). 

(nota mia: questo consiglio può sembrare una banalità, ma ha un suo fondamento scientifico. Quando dobbiamo lavorare molto "di testa", l'organismo prevede un afflusso di sangue e un lavoro maggiore a carico del cervello, causando un maggiore stress. Fare attività fisica costringe il corpo a destinare la maggior parte delle sue risorse in altri settori del corpo -gambe, braccia, circolazione, respirazione, etc- alleggerendo la mente. E' la stessa ragione per cui quando siamo molto stressati tendiamo a mangiare di più: spostiamo così tutto sulla digestione, "distraendo" la mente. Dato che però mangiare a sproposito non è una buona soluzione a causa degli effetti collaterali, molto meglio una passeggiata)
L'attività fisica, oltre ai tanti benefici che apporta, rilascia anche endorfine, che portano buonumore e placano le tensioni (come mangiarsi della cioccolata, ma senza ingrassare. Anzi, dimagrendo pure ;) ). Inoltre, andare in giro, vedere cose, persone, situazioni, può agire sui nostri pensieri e darci un qualche tipo di ispirazione.

Il secondo consiglio riguarda lo scrivere le cose sotto forma di elenco, o di diario (o ancora meglio entrambi). 
Personalmente, sto seguendo questa strategia da inizio anno (prima mi limitavo ad avere un elenco di obiettivi generali -professionali, fisici, intellettuali, sociali, etc- ma da quasi un mese mi sto facendo delle liste di To Do giornalieri e settimanali, che includono tutto, dal fare la tinta per i capelli all'andare in palestra e in che giorni), ed è fantastica. Oltre al fatto che banalmente permette di evitare di tenersi tutto a mente (cosa che, per quanto mi riguarda, di solito fa sì che mi perda per strada sempre qualcosa), consente di non buttare via più tempo del necessario (non avrò quei momenti in cui vago a vuoto cercando di capire qualsi sono le cose da fare. Guardo il mio elenco, scelgo una cosa e la faccio) e di concentrare gli sforzi (una volta che le cose sono fatte, il resto del tempo ce l'ho per me, per rilassarmi), evitando anche quella sensazione di stare dimenticando qualcosa o di non stare facendo abbastanza, tipica di chi non è organizzato (e io lo so bene!!). Oltre a tutto questo, è di estrema soddisfazione spuntare una cosa dall'elenco quando è stata fatta.
Per quanto riguarda il tenere un diario in concomitanza, è un'ottima valvola di sfogo. Invece che rimuginare sulle cose non fatte, non dette, subite, o qualsiasi altra cosa, è meglio metterle giù sulla carta. Di solito, questo aiuta anche a ridimensionarle. E così potremo avere la mente libera per pensieri più produttivi.
La Okulicz suggerisce anche di scrivere accanto ai punti problematici del nostro elenco anche delle possibili soluzioni, anche se ovvie (ex: riparare la macchina -> prendere appuntamento con il meccanico). Portando un esempio personale, spostando delle scatole ho scoperto delle macchie di muffa sul muro della cameretta che ho appena trasformato in studio (con grande soddisfazione). Nel mio elenco, compare la voce "eliminare la muffa dal muro ->  cercare in internet il metodo migliore".

Il terzo consiglio è un po' più complesso da spiegare, e consiglio la lettura del libro per approfondire. Riguarda comunque il farsi una domanda. Una domanda sola, semplice e chiara, che preveda un sì o no come risposta.
Io avevo sentito parlare di un altro metodo molto efficace: il testa o croce. Che non vuol dire lasciare la cosa al caso. Vuol dire fare chiarezza: se lancio una monetina, e mi ritrovo a sperare che esca una faccia piuttosto che l'altra, posso già farmi un'idea su quello che voglio veramente (esempio: "Testa, cambio casa. Croce, rimango qui. Se sono lì che stringo i denti nella speranza che esca Croce, allora forse non sono proprio pronta a cambiare casa...). Funziona ancora meglio se lo facciamo come un gioco in compagnia di un'amica. So che sembra stupido detto così, ma noi sappiamo sempre qual'è la decisione migliore per noi, è che ci rifiutiamo di ammetterla o abbiamo paura delle conseguenze. Alla fine, spesso quello che ci serve è solo schiarirci le idee e permetterle di salire alla coscienza.

Il quarto consiglio è quello di chiedere. Anche questo è un concetto complesso che viene spiegato meglio nel libro (e in molti altri libri). Sintetizzando, se non chiediamo, non otterremo mai niente. Che sia un tavolo migliore al ristorante o una opportunità di lavoro, difficilmente ci verrà offerta spontaneamente.
Chiedere a qualcuno, chiedere all'universo, chiedere a Dio, ad un amico, ad uno sconosciuto, a qualcuno che ha già ottenuto quello che vogliamo ottenere anche noi... l'importante è chiedere. "Chiedi e ti sarà dato" è una  bellissima promessa, sta a noi far sì che venga mantenuta.

Il quinto consiglio è molto importante e riguarda la visualizzazione. Visualizzare di ottenere quello che vogliamo è un processo molto importante. Vederci mentre ci muoviamo nella casa dei nostri sogni, o mentre affrontiamo da vincitori una certa conversazione importante o un colloquio di lavoro, ci aiuta a predisporci nel modo giusto. Come ho letto ormai in molti libri, se immagini che perderai il filo mentre tieni una conferenza, puoi scommetterci le mutande che la probabilità che avrai di perdere il filo è altissima. Ma questo funziona per fortuna anche in positivo.
La visualizzazione, di cui parleremo in modo più approfondito altrove, è un bellissimo esercizio che aiuta nell'auto-guarigione, oltre che nell'auto-realizzazione, ma anche nel rilassamento e nella meditazione.

Il sesto consiglio riguarda quei giorni in cui entrerai in crisi e ti verranno i dubbi. Ci sono sempre questi momenti, è inutile negarli. L'importante è resistere e passare oltre. E' un consiglio molto utile, perché dobbiamo imparare che non siamo perfetti, e non tutte le cose andranno sempre perfettamente come le abbiamo programmate. Dei giorni no, ma anche dei periodi no, capitano a tutti. Ma se siamo ben saldi sulle nostre decisioni, non dobbiamo permettergli di farci precipitare di nuovo al punto di partenza o peggio.

Gli ultimi consigli del libro riguardano il buttarsi (programmare va bene, ma prima o poi bisognerà farlo davvero il salto) e la valutazione dei tempi (bisogna essere pazienti, se è necessario).

L'ultimissimo importante consiglio, che si collega poi al discorso della crisi di prima, è quello di essere amici di se stessi, di avere fiducia in sé. Perché se non ci fidiamo noi di noi stessi, chi lo farà? A tutti capita di inciampare lungo la strada, l'importante è prenderla con ironia e andare avanti. Dobbiamo essere gentili con noi stessi "Una mia amica dice che quando si ha un'esperienza difficile, occorre darsi un consiglio come si farebbe con un amico. Con gli altri sembriamo sempre un po' più compassionevoli, attenti, flessibili e comprensivi." 



3 commenti:

  1. Bel consiglio di lettura!

    Sul mio blog c'è un piccolo premio per te:

    http://fogliefoglie.blogspot.it/2013/01/premio-sunshine-award.html

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  2. ciao,
    parafrasando una vecchia pubblicità "du is mej che uan", siché ...
    http://pochebriciole.blogspot.it/2013/01/premio-sunshine-award.html

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  3. Che emozione!!!! Grazie infinite ad entrambi!

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